Il segreto del Search Intent
SEARCH INTENT
Cos’è?
Quando inizi a studiare la S.E.O non tutte le frasi che vengo cercate su Google sono uguali, cioè non tutte le Query di ricerca hanno la stessa importanza e gli stessi obiettivi.
Ogni giorno su Google vengo fatte circa 3 Miliardi di ricerche.
Ma come fa Google a capire che il risultato che mette in prima posizione sia quello giusto o quello corretto, che contiene quello che il visitatore stava cercando.
Lo fa grazie al cosiddetto Search Intent ovvero l’intento di ricerca dell’utente, capire qual è l’intento di una determinata ricerca.
È la sfida principale sia per i siti internet sia dei motori di ricerca, perché i siti devono cercare di offrire dei contenuti esaustivi che rispondono a quello che è la ricerca organica.
I motori di ricerca, invece devono proporre come primi risultati i contenuti più pertinenti cioè se tu ti vuoi posizionare per una determinata parola chiave, devi prima di tutto capire quali intenzioni ha il visitatore che fa quella ricerca.
Tutte le query di ricerca si possono ridurre a tre categorie:
• Query navigazionali;
• Query informazionali;
• Query transazionali.
Si parla di query navigazionale quando l’utente conosce già il nome di un prodotto.
Possiamo dividere la query navigazionale in due sottocategorie:
Query Brand e Query Go.
Query Brand: molto spesso molte persone scrivono il nome del brand per raggiungere il sito web di quel brand, ad esempio scrivono Facebook o Amazon.
Query Go: sono leggermente diverse, perché in realtà l’utente chiede a Google di direzionare la ricerca, ad esempio se scriviamo Login Facebook, stiamo chiedendo a google di darci quello che è l’indirizzo della pagina di login di facebook.
Query informazionali: si parla di query informazionale, quando un’utente sta cercando maggiori dettagli sul prodotto o servizio. Possiamo distinguere le query informazionali in due sottocategorie:
Query Know e Query Do
Query Known: danno semplicemente un’informazione
Query Do: insegna a fare qualcosa vedi gli articoli dove ti spieganopasso passo cosa fare.
Dovranno semplicemente rispondere a delle domande:
Che cos’è questo? Questo tipo di query sono molte adatte se tu vuoi spiegare qualcosa ai tuoi utenti.
Query transazionali
Parliamo di query transazionale quando l’utente vuole compiere l’azione, che può essere l’acquisto di un prodotto o servizio, ma può anche essere qualcosa di diverso tipo la registrazione di una newsletter, l’utilizzo di un coupon.
Solitamente si considerano query transazionali tutte quelle ricerche in cui l’utente ha l’intenzione di acquistare e quindi sono legate ad una possibile vendita.
Esempio:
Corsi excel utilizzando questa parola chiave vado a dire a google di restituirmi ovviamente solo corsi a pagamento e quindi sono propenso all’acquisto di questi, vicerversa la ricerca sarebbe stata: esercizi excel, video excel, lezioni excel.
Inoltre nella categoria delle Query transazionali rientrano anche le query local, che intendiamo delle ricerche in cui influisce la posizione di chi cerca, quindi se cerchiamo un negozio e ci troviamo a Milano ovviamente google ti andrà a mostrare quelli che sono i negozi in Milano.
È tendenzialmente l’intenzione dell’utente, che effettua una ricerca come questa, magari è quella di chiamarli per telefono oppure quella di recarsi nel luogo fisico.
Stesso discorso per tutte quelle query di ricerca in cui, il nome della città non è inserito proprio nella ricerca in sé.
Facciamo un esempio pratico:
Se scriviamo “pizzerie aperte”, google mi darà tutte le “pizzerie aperte” più vicine alla posizione in cui mi trovo, anche queste rientrano nella query local.
Abbiamo visto quelle che sono le 3 categorie principali quindi, query di navigazione, informazione e di transizione, questa distinzione è molto importante perché Google cerca di portare in alto tutti i risultati di ricerca che vanno a coincidere con l’intenzione della ricerca del visitatore.
Inoltre c’è da dire che le query di informazione nascondono dei grandissimi vantaggi e delle grandi possibilità.
Esempio:
se pensiamo alla frase di ricerca “come dipingere un muro?”
Questa frase di ricerca può spingerti in 2 direzioni, una che ti spiega come dipingere il muro magari riportandoti a dei tutorial su come e cosa fare per dipingere un muro.
L’altra direzione che google pensa è un consiglio su quali strumenti utilizzare per dipingere il muro, esempio “pennelli” da acquistare su amazon, delle tinture particolari, degli attrezzi come i teli i guanti protettivi ect…
Insomma Google ti sta informando ma allo stesso tempo di sta portando verso l’acquisto.
È vero che ci sono queste macrocategorie, ma la cosa molto importante che queste categorie si possono fondere o mixare l’una con l’altra, non sono fisse.